Era importante vincere, sia per scacciare via la prestazione opaca di Nardò, sia perché in un ottica playoff battere una diretta concorrente sfruttando il fattore campo, fa tutta la differenza del mondo. Ci è voluta una prestazione di squadra importante, in un campo non sempre consono ad una squadra piena di talento come questa: l’intensità e la difesa. Occhio: non che questa squadra non difendesse intendiamoci( è pur sempre una delle miglior difese del girone) ma spesso oltre ad una buona difesa, era l’attacco con il talento a tirare fuori dai problemi la Sebastiani. Stavolta è avvenuto esattamente l’inverso.
La Fortitudo ha messo in difficoltà Rieti con l’enorme fisicità dei suoi esterni, negando spesso quei meccanismi ormai oliati alla perfezione. La Sebastiani si è fatta sorprendere, mandando a referto solamente 28 punti nei primi due parziali( una delle peggiori prestazioni offensive degli ultimi due anni dopo il primo tempo). E’ stata la difesa a tenere, evitando il -20 che sarebbe stato poi quasi irrecuperabile. La testa ha fatto il resto, prima che il talento di Monaldi venisse fuori e che Spanghero decidesse di chiuderla a modo suo. Nel mezzo, uno Spencer finalmente dominante: presenza in difesa, ha fatto tutte quelle cose preziose in grado di trasformare una potenziale sconfitta in un successo, tra l’altro limitando uno che in questa categoria spesso tende a dominare: Freeman. Forse la migliore prestazione di quest’anno, anzi togliamo il forse. Ci ha messo voglia ed intensità, con tutti quei limiti e quelle carenze che ormai abbiamo imparato a conoscere. Importante vincere anche in una serata in cui Jazz ne combina una dopo l’altra, non incidendo mai come sa e come deve.
Bene Cicchetti, sempre prezioso, e gli italiani in generale che hanno messo pressione spegnendo una Fortitudo che traeva energia dalla difesa. Solo un’eccezione: Sarto. Qual è il suo “male”? Cosa ha trasformato un giocatore decisivo e strepitoso lo scorso anno in un “brutto anatroccolo” che fa fatica ad esprimere anche la metà del suo potenziale? Starà a Rossi capire e provare a recuperare un giocatore fondamentale nelle rotazioni, per fisico, mani e talento. Un antipasto di playoff, una gara bellissima per gli appassionati, che Rieti ha rischiato anche di perdere, o di compromettere con un finale davvero sciagurato: il fallo di Jazz sull’ennesima gita in lunetta non esaltante poteva costare un overtime imprevedibile. Ci ha pensato poi Monaldi con personalità: ma in fondo questo deve e può fare. Due punti pesanti che permettono a Rieti di stare tra le migliori. Ora Cividale, gasatissima dal momento magico e campo davvero tosto, in cui si giocherà più a basket, quello “spumeggiante” di cui parla Rossi in conferenza. Una squadra che gioca alla perfezione ed ha tanto talento offensivo. Un banco di prova importante per capire se la qualificazione in coppa potrà essere realtà o solo un obiettivo da rimandare alla prossima stagione.