E’ una sconfitta che fa male per tante motivazioni. La prima certamente è la classifica, visto che un successo avrebbe proiettato Rieti addirittura al terzo posto, considerando lo stop esterno di Cantù; la Sebastiani invece si ritrova quinta nel gruppone formato da cinque squadre tutte a quota 38 punti.
Attenzione, con Avellino puoi perdere, essendo una squadra imprevedibile e che ha fatto davvero bene quest’anno, ma viste le rotazioni ridotte ed il calo che stava avendo nelle ultime uscite, era un’occasione ghiotta e da sfruttare. Rieti invece, come successo con l’Urania Milano qualche mese fa, cade negli stessi errori, e nel momento di spiccare il volo, crolla. Complice una serata storta al tiro( 39% da due,10 su 23 ai liberi, ma un buonissimo 40% dal perimetro ndr) , e tanti errori individuali. Nonostante questo però la Sebastiani, dopo 40 minuti di sofferenza, aveva pescato il buzzer con Sarto sulla sirena; una giocata fondamentale per allungare la gara al supplementare. Rieti non ha sfruttato l’inerzia di quel momento, non riuscendo a chiudere la pratica. Eppure Sarto ci aveva provato in ogni modo, mandando a bersaglio qualunque palla gli passasse tra le mani( 35 alla fine ma anche l’errore sul tiro della vittoria ndr). Disattenzioni, e scelte sciagurate( come l’aiuto sul post di Bortolin che ha portato al recupero con tanto di gioco da quattro punti di Lewis sul +6). Oppure gite in lunetta da dimenticare: sanguinosi gli 0 su 2 di Piunti e Spanghero. Una squadra cinica, sul +6 al supplementare la chiude. La Sebastiani invece ha colpevolmente rimesso in partita una Avellino che ha comunque ampiamente meritato il successo. Stavolta Piunti ed il suo short roll, sono stati meno devastanti del solito, Spencer in lunetta un film horror( 0 su 7) , mentre Bortolin si è rivelato un rebus nell’altro lato del campo( 19 punti con 8 su 12 da due) . Si poteva far fallo sul +3 a 18 secondi dalla fine , Rieti invece ha concesso un tiro, comunque difficile, a Jurkatamm, che ha impattato.
Nel secondo supplementare invece, curioso l’accoppiamento in post Lewis – Palmi che di fatto ha deciso il match. Quattro possessi giocati da fenomeno per l’esterno Usa di Avellino che sono valsi i due punti. Da capire i tanti minuti in panchina di Monaldi: in un finale del genere, non può star mai seduto, qualunque sia il suo impatto in gara, salvo problemi fisici, anche perché lo Spanghero di sabato sera è stato piuttosto deleterio negli episodi. Vince Avellino con merito, ed ora la gara di mercoledì con una Rimini rinata nel derby con Pesaro, assume importanza colossale per un classifica cortissima e piena di ribaltoni.