Abbiamo scelto di aprire la rubrica delle interviste, con il numero uno della Real Sebastiani, Roberto Pietropaoli, alla prima stagione nel campionato di serie A2, e fresco di nomina come consigliere di lega. Un’estate movimentata per il patron, dopo tre mancate promozioni e l’acquisto del titolo sportivo di Mantova. 

Pietropaoli si aspettava, dopo i proclami dell’inizio, tutte queste difficoltà per ottenere la promozione in A2? 

“Sinceramente no. Comunque siamo una squadra che ha giocato due finali in tre anni, una squadra dominante sempre stata ai vertici. Purtroppo c’era un regolamento che ti portava a giocarti tutto in una partita, livellando un po’ troppo i valori. Se io in A2 facessi il 70% delle vittorie che ho fatto penso che mi divertirei molto. Si poteva fare anche di meglio soprattutto lo scorso anno. 

Quest’anno l’acquisto del titolo sportivo di Mantova. Lo scorso anno lo aveva escluso, cosa è cambiato? 

“Io non avrei mai preso il titolo. L’idea è nata nelle final four, dopo la prima partita persa con la Luiss sono stato avvicinato da personaggi importanti di questo sport che mi hanno chiesto di prendere il titolo. C’era la possibilità di farlo, a mezzo malincuore l’ho fatto. Non ero 100% convinto, perché ci sono state queste componenti, poi i fatti lo hanno dimostrato. Candidato, 20 società su 20 mi hanno eletto. Mi sarebbe però piaciuto salire sul campo. 

Parliamo della parte “politica” del basket. Vuole ripercorrere il percorso fatto col Futsal? 

“Identico, io sono convinto che se uno deve far crescere un movimento, deve anche seguirlo, non può limitarsi a gestire una società. Ho esposte le mie idee, sono piaciute, e mi hanno votato tutti. Penso che sia un percorso che da lustro anche a Rieti. Se 20 società ti votano, vuol dire che forse qualcosa di intelligente stai dicendo e che forse la Sebastiani ha un nome importante e pesante”. 

Hai scelto Rossi come tecnico, e con lui tanti altri già passati in Npc. Come spieghi queste scelte? 

“Non sono scelte ispirate alla Npc. Io ho sempre stimato Rossi, l’ho conosciuto e abbiamo parlato alle final four di Coppa Italia. Parlando gli feci la battuta. Abbiamo avuto sempre un ottimo feeling. Lui era stato chiaro, solo in A2 avrebbe preso in considerazione la nostra proposta. Quando ho preso il titolo, ci siamo incontrati, gli è piaciuto il mio progetto, ed a me piace lui perchè è un ragazzo intelligente che sa accettare i consigli. Da lì è nata l’idea dei suoi assistenti e del suo team. Ed io l’ho accontentato. “

Americani di prima fascia, un mercato comunque positivo. Hai qualche rimpianto? 

“Si c’è. Avrei voluto prendere Vildera poi non è stato possibile perchè legato da un contratto con Trieste. Mi sarebbe piaciuta una telefonata di Delfino che non è mai arrivata. Avevo visto in lui l’idea di una chioccia, per fare in modo di avere dei giocatori esperti. L’abbiamo però poi sostituito prendendo giocatori che hanno molta esperienza in A2 ed americani che hanno già giocato in Italia. 

Che obiettivo ti poni quest’anno, considerando che la RSR è una neopromossa? 

“Penso che possiamo benissimo arrivare ai playoff. Anche se il campionato è durissimo, abbiamo le carte per giocarcela con tutti. Se prendiamo sicurezza e tranquillità, possiamo stare tra le 16.”

L’obiettivo resta la serie A? 

“Assolutamente, Rieti deve stare in serie A, solo lì si può creare qualcosa di diverso. Si potrà tornare ad avere entusiasmo, passione ed attaccamento, si stanno sviluppando tante cose, se uno ha delle buone entrature può benissimo provare a farla. “

Domenica l’esordio in casa. Pensieri? 

Torino è una grande squadra allenata benissimo da Ciani, uomo strepitoso. Mi piacerebbe fare filotto, abbiamo 4 partite poi di cui tre in casa. Riuscire a fare 4 su 6 significa tanta roba, perché poi mancano solo quattro partite alla fine del girone di andata, mi piacerebbe giocare la Coppa Italia. Questo sarebbe il sogno. Questa squadra non regalerà niente a nessuno”. 

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version