Quando batti la finalista playoff della passata stagione, indubbiamente qualcosa ti cambia a livello mentale. Ok, Torino era priva di due giocatori importanti come Vencato( gettato nella mischia nel secondo tempo ndr)  e Schina, e rispetto alla passata stagione ha perso Guariglia e Mayfiled, ma resta comunque una delle migliori formazioni di questo girone. 

Si, il segnale al campionato è arrivato, c’è anche Rieti, sponda Sebastiani, tra le migliori. Una gara condotta dall’inizio alla fine, con due quarti stellari a livello offensivo, e percentuali devastanti dal perimetro. Jazz Johnson ne ha piazzati 19 nei primi 20 minuti ( saranno 27 alla fine) ma con maggiore precisione a cronometro fermo avrebbe potuto sfondare anche il trentello. Hogue sa giocare e si vede, è limitato però da una forma fisica ancora piuttosto lontana. Il resto lo ha fatto un gruppo italiani tosto, che ci ha messo la grinta necessaria, anche se a livello difensivo si può e si deve fare necessariamente meglio. Il roll di Poser, è rimasto un rebus, come le incursioni in palleggio arresto e tiro di Kennedy. Sul pick and roll, si può e si deve migliorare nella difesa. 

Quando Hogue starà bene il quintetto con lui e Raucci, potrà cambiare praticamente su chiunque, offrendo numerose soluzioni al tecnico Alessandro Rossi, bravo ad assemblare una squadra concreta in pochissimo tempo. Non sempre infatti l’attacco riuscirà a produrre quelle cifre, necessario, seguire il “Rossi” pensiero: difesa, intensità e perché no, tanto campo aperto. Questa la chiave. Le ultime due righe le spendiamo per Raucci, il migliore tra gli italiani, e non solo per i 10 mandati a referto ma anche per l’alto livello di fisicità e tenuta difensiva messo in campo. Lui, da sempre backup importante del pitturato, stavolta ha il quintetto, e siamo sinceri, se lo sta meritando tutto.  

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