Sono passate poco più di 12 ore, e siamo sinceri, facciamo davvero fatica ancora a capire come la Real Sebastiani abbia potuto perdere una gara come quella di ieri contro l’Urania Milano. Motivo che ci ha spinto in serata a rivedere gli ultimi 10 minuti di partita, in stile “A Clockwork Orange”.

Lecito fare delle premesse: Milano aveva fuori sia Beverly che Lupusor, aspetto questo che ha imposto a Villa quintetti “very small”, anzi eccessivamente “small”, che possono aver un tantino mandato fuori binario soprattutto sui pick and roll. Riavvolgiamo il nastro: a 2:33 dal termine Rieti è avanti 76 a 69; a 1:08 Rieti guida 77 a 73, con Potts( stella della squadra, fuori per doppio tecnico). Da lì in poi il buio più totale con un parziale di 1 a 9; palla strappata sulla rimessa, Piunti che piedi per terra approfitta di una sciagurata lettura della coppia Jazz-Hogue sul pick, per “poppare” e sparare il meno uno, e Amato che nel finale ne piazza 17 dei suoi 23, si veste da Steph Curry e regala due punti ai suoi. Brava Milano ok, ma pessima Real: in casa quei due minuti li, non puoi proprio concederli. Milano ha talento, si sa, e forse singolarmente il gruppo italiano, è anche superiore a quello Sebastiani, non è certo un mistero. E’ una squadra che può realizzare 90 punti in ogni occasione e che ha le “mani” per accendersi in qualsiasi momento. Senza però due giocatori chiave e con Potts fuori, no, non la puoi proprio perdere, soprattutto perché hai condotto per 39 minuti, e perché in casa quelle robe li a due minuti, non te le puoi proprio permettere. Ok l’arbitro quell’invasione sul libero sbagliato appositamente da Jazz può anche evitare di fischiarla (fiscale, in quelle situazioni fai giocare ndr), ma non deve essere di certo una giustificazione. A quella situazione non devi arrivarci, come non devi arrivare a concedere ad Amato la palla del sorpasso. 

Analizziamola quindi l’ultima difesa. Ok bravo Amato, il cambio sul pick and roll con Hogue non esattamente in giornata di gloria dal punto di vista difensivo e di attenzione, col senno di poi, non è stata una scelta che ha pagato. Occhio però, questo è un gioco di letture, e di “flow” la controprova non ci sarà mai per qualsiasi altra scelta. Quello che non è piaciuto del lungo Usa è stata la sua presenza a rimbalzo. Le cifre sono benevole, doppia doppia da 13 punti e 12 rimbalzi, ma senza Beverly e con Piunti unico lungo vero e proprio, li sotto devi dominare, e risultare un fattore: non abbiamo avuto questa impressione. Ok la condizione fisica non è ancora al top, ma da un giocatore del genere è lecito aspettarsi di più. Le 7 perse inoltre dimostrano un qualcosa che non ha proprio esattamente funzionato.

 La sensazione è che quando si blocca Jazz, si va davvero in difficoltà, e che realmente senza Sarto, manchi una reale alternativa sul perimetro. Piccin è lontano dalla condizione migliore e deve dimostrare di valerla questa categoria, Nobile non ha vissuto la serata migliore della sua carriera. Buono invece l’impatto dei lunghi, Ancellotti e Raucci su tutti, peccato non sia bastato. Vietato ora però disunire e drammatizzare: è un ko che fa male, e che deve servire da lezione. Manca un giocatore in grado di gestire gli ultimi momenti, era stato palese anche a Casale, ieri ancora di più, per fare il salto di qualità definitivo. Dipende sempre da “dove” questa società vuole arrivare, semplice. 

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