Riavvolgiamo il nastro. Purtroppo per la Npc, le analisi e le previsioni delle ultime settimane si sono rivelate giuste. Questa squadra non sa più vincere nemmeno gli scontri diretti con le concorrenti alla salvezza. 

8 sconfitte di fila, una roba mai vista da queste latitudini, un qualcosa che impone riflessioni e forse anche netti cambi di strategia se l’obiettivo è quello di salvare la “baracca” in serie B. Per ora tutto tace e si muove con tempi davvero non consoni per una squadra in piena crisi di identità e risultati. Contro Salerno abbiamo aggiornato lo “schifometro” di quanto visto al PalaSojourner che ormai raggiunge picchi inauditi. La colpa non è manco della società, o di quello che ne rimane. Il mercato offre quasi zero, soprattutto per i ruoli che la Npc cerca, poi se quello che c’è preferisce altro ( guarda Alibegovic che firma a Caserta ndr) non si possono fare i miracoli; in fondo il detto “le squadre si fanno a luglio” tende ad essere più giusto che mai. La Npc però nella sua storia non ha mai imparato dai propri errori, e l’anno scorso non ha fatto purtroppo scuola. Intendiamoci il quintetto è buono, (o meglio non da 8 di fila) e la nostra valutazione resta inalterata nonostante l’ultimo posto.

Melchiorri dalla panchina ci sta mettendo l’anima, forse il migliore contro Salerno, ma non può bastare. Cavallero quando torna? Basta un infortunio per mandare tutto in tilt? Ma un infortunio in stagione lo devi prevedere, perché è una variabile fissa per ogni squadra. Non si può inoltre non avere un backup del play e pensare di poter competere in un campionato comunque complesso come questa B. Non si può, sapendo della partenza di Agostini da una settimana attendere il venerdì per vedere Cusenza in allenamento. Ed infatti l’impatto del lungo ex Imola è stato impalpabile: primo perché costretto ad oltre 20 minuti, e non li ha, essendo fermo da 3 mesi, secondo perché da numero 5, ma anche no dai. Cusenza 4 puro, non l’uomo in grado di fare “legna e presenza” in post. In sintesi si fa quel che si può con una coperta cortissima; il tempo però stringe ed è tiranno. Sabato si va a Cassino, Caserta si è rinforzata in vista dello scontro diretto, ma soprattutto questa squadra è in uno stato di depressione tale, che sembra davvero difficile vedere la luce. Sguardi persi, tiri rifiutati, appoggi sbagliati. In sintesi: una squadra giovane che si sta abituando a perdere ed appare più scadente di quello che è. A questo punto, visto che sui social imperversa il motto “crediamoci ancora”, la domanda è: “ma la società in primis ci crede? Ecco se la risposta è si, attendiamo fiduciosi segnali di vita. 

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