Il day after è ancora più bello. Il calcio reatino( poco importa se provenga da una “costola” di Amatrice) torna in serie D, quarta serie italiana. Lo fa a tre anni di distanza dall’ultima volta, dopo la sparizione dell’allora FC Rieti( dopo anni di agonia e “staccate la spina”). Ci torna dalla porta principale, vincendo un campionato lungo ed avvincente non senza difficoltà. Una rincorsa durata mesi, che ha anche dell’incredibile, visto che dopo lo scontro diretto con la Maccarese, ed il cambio in panchina, sembrava quasi fantascienza. Invece la costanza, i risultati ed il mercato sontuoso di riparazione, ha permesso alla SSA Rieti di chiudere la stagione regolare a parimerito con la formazione romana, e poi di batterla quando contava di più. Due campionati vinti in due stagioni, sono davvero tanta roba, per la società messa su dal presidente Capriccioli: a questi livelli infatti non è mai semplice riuscire in imprese del genere. Stavolta invece questa società è riuscita dove tante altre hanno fallito. Una trade union tra Amatrice e Rieti che ha riportato entusiasmo e tanta voglia di essere lì nel calcio che “inizia a contare”. La serie D infatti è un palcoscenico che si confa maggiormente alle ambizioni di una piazza come Rieti. Ora quale futuro? Non bisogna dimenticare che attualmente Rieti è passata dal “vuoto più totale” calcisticamente parlando ad avere una formazione in D, ed una in Eccellenza. Impensabile solo qualche tempo fa, realtà ora, forse non facilmente sostenibile considerando le risorse che il territorio stesso mette a disposizione. Probabile che si punterà ad una “sintesi”, fallita la passata stagione, ma alquanto “necessaria” a nostro modesto parere ora. Unire le forze per assicurare un futuro stabile al movimento calcio…facile a dirsi, più complesso a farsi, ma unica via per il benessere collettivo. Il calcio è tornato, ora va difeso e rafforzato. 

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