E’ stata una sconfitta tosta in gara due, mai in discussione, con uno scarto decisamente pesante. Un meno sedici complesso da digerire soprattutto dopo l’ottima prova di gara uno che aveva comunque dato indicazioni positive. In realtà però non è accaduto nulla di diverso da quello che ci si poteva aspettare. Spieghiamoci meglio.

La Sebastiani il suo campionato l’ha già vinto, arrivando terza da neopromossa in un girone comunque difficile e di livello superiore rispetto alle ultime stagioni; a questo sommiamo all sua prima partecipazione in A2, una semifinale playoff da applausi. Come? Battendo addirittura 3 a 0 una squadra costruita con importanti investimenti come Rimini. Questo non vuole certo dire che ci sia l’effetto “pancia piena” anzi. Con la Fortitudo sarebbe stato difficile al completo, figuriamoci senza Dustin Hogue, l’unico che garantisce pericolosità, presenza nel pitturato, intimidazione e blocchi. Al cospetto poi dell’unica formazione in questa A2, che per assetto ha scelto due USA sotto ai tabelloni. Per “sopravvivere in una gara così” Rieti doveva tenere le percentuali da tre, ben al di sopra delle medie stagionali, e abbassare notevolmente il punteggio, con una difesa asfissiante. Questo ha fatto in gara uno, questo ha permesso a Rieti di sfiorare il colpaccio. Sceso però l’attacco nei secondi 20 minuti e salite le percentuali( Bolpin protagonista assoluto) di Bologna non c’è stata storia. Ieri non è riuscito nulla di tutto ciò, Bologna ha giocato meno contratta trovando tiri e percentuali migliori, ma soprattutto concedendo le briciole ad un attacco, in cui Johnson è troppo isolato e costretto a prendere tiri davvero complessi, anche per lui. Nessun dramma, è la natura delle cose.

La Fortitudo è superiore, e poco conta l’illusorio successo della fase ad orologio, in cui molte hanno fatto la gara per “evitare Trapani” ( lo 0 a 2 di Forlì con Trieste ci conferma che forse per provare a salire era quella la strada da percorrere ndr). Una squadra costruita bene, con tutti “oversize” anche tra gli esterni, difficile da affrontare e con un fattore campo davvero importante. Ora per l’orgoglio bisogna provare almeno a portare la serie a gara 4, questo sarebbe davvero il completamento ideale di una stagione super, ma anche se dovesse arrivare lo 0-3 nulla cambierebbe nel giudizio complessivo di questa annata, che resta pazzesca sotto ogni punto di vista. Si riparte da quì, e con basi solide per costruire un futuro ancora più ambizioso, con la consapevolezza che la serie A2 a 20, con piazze del calibro di Brindisi, Pesaro, Torino e tante “deluse” da questa tornata playoff, necessiti di sforzi ancora più significativi per confermare quanto fatto in questa stagione. 

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