Era un’occasione ghiotta per mandarsi un segnale, e mandarlo anche al campionato. Rieti l’ha fallita contro Cantù che dopo una battaglia durata 40 minuti, si è presa i due punti dal PalaSojourner. Si poteva sfruttare l’assenza sotto ai tabelloni di Baldi Rossi e le rotazioni ridotte all’osso dei lunghi, la Sebastiani invece ha ancora una volta palesato i soliti limiti. C’è da dire però che mentre Rieti aveva giocato nell’infrasettimanale, Cantù ha riposato visto il posticipo del match contro Brindisi. Questo in un match tirato, la differenza a livello di lucidità, può farla eccome.

Manca però quel qualcosa in più per prendersi le vittorie che contano, contro le squadre top, nonostante poi la differenza in campo emersa sia relativamente poca. Sono i dettagli che fanno la differenza, e questi dettagli Rieti ancora non ce l’ha. Siamo solo alla terza di andata e il lavoro da fare è ancora molto ma le criticità sono piuttosto evidenti. Iniziamo da ciò che funziona: il perimetro. Talento, rotazioni, personalità, leadership. Si sapeva, ed è una conferma, come si sapeva altrettanto della poca qualità sotto ai tabelloni. Una qualità che Spencer avrebbe dovuto riequilibrare: per ora non è stato così. 5 punti, di cui 3 ad inizio partita e 2 con un tap in su rimbalzo offensivo, ma anche 15 rimbalzi. Ci sono però i 7 minuti di panchina ad inizio terzo quarto, coinciso con il controbreak che ha permesso alla Sebastiani di rientrare, che sanno tanto di “mezza bocciatura”. Presto, il giocatore deve inserirsi ancora, ma soprattutto deve essere servito meglio. Non è semplice però quando hai due esterni che creano per sè. Spencer non è il giocatore in grado di costruirsi il tiro, deve giocare ricezioni dinamiche, per ora non pervenute. Si dovrà lavorare su questo, perché Rieti non può permettersi di avere dal suo secondo USA una produzione di 5,7 punti a gara. Un pò pochi, considerando che gli altri interpreti, Lupusor a parte, non è che abbiano nel proprio DNA, la produzione offensiva. Ci sono però anche cose buone: la reazione, importante, nel terzo quarto. Non è semplice giocarla alla pari con formazioni costruite per il salto di categoria. Rieti l’ha fatto. Peccato la gestione dei possessi decisivi. Si parlava di dettagli qualche riga più su, ci riferiamo sicuramente a questo. Il resto l’ha fatto il talento di Mcgee, decisivo invece nel finale, e la qualità di Basile, devastante nei primi due quarti chiusi a 19 punti, contenuto invece negli altri due. Tenere a 74 punti Cantù è comunque tanta roba, peccato i 68 segnati, ma quì pesa come un macigno il rendimento del secondo quarto, guarda caso, quello che vede protagonista in parte la panchina. In sintesi: un ko che ci sta nell’economia della stagione, che comunque lascia indicazioni positive su cui lavorare, con la consapevolezza però che qualcosina ancora manchi per poter guardare occhi negli occhi le migliori di questa categoria. 

Share.
Leave A Reply

Exit mobile version