Una premessa è doverosa: Nardò si è sbloccata, era in gas totale dopo aver battuto nel derby Brindisi ed ha mandato a referto canestri a tratti irreali coi suoi rispettivi americani che sembravano una coppia da campionati oltreoceano( quantomeno domenica), nei momenti del controbreak.
C’è però anche da dire che la Sebastiani ha cannato totalmente il match, fallendo un’occasione ghiotta per lasciarsi alle spalle Cantù, priva di Mcgee, caduta a sua volta a Cividale: un campo un tantino più complesso rispetto a Nardò( non ce ne vogliano di certo gli amici pugliesi). La Sebastiani ha giocato una gara “saccente”, un pò come i primi due quarti contro Brindisi in casa, e questo non puoi permettertelo ovunque, a maggior ragione in trasferta e con una squadra rinata, dopo un inizio di campionato da brivido. Molle in difesa, meno efficace nel “mordere”, la vera chiave del successo esterno più importante ottenuto fino ad ora in stagione: quello di Milano. Quando si è svegliata, alzando il volume, Nardò era ormai in gas totale: e quando trovi fiducia ed hai mani e talento, poi è davvero complesso salvare una situazione compromessa. Non può andarti sempre bene( ripetiamo che Brindisi è un esempio lampante ndr) e non devi trovarti in quella situazione, sopratutto se vuoi respirare in fondo aria di alta quota.
Esame toppato, perché a Nardò per restare in vetta, devi vincere senza se e senza ma. Incidente di percorso sicuramente ma anche schiaffone forse che può servire per aggiustare il tiro e tornare a “sporcarsi le mani”: perchè che questa squadra abbia talento negli esterni è innegabile, ma per vincere ci vuole anche altro, anche in “periferia”…anche in campi meno blasonati. Che Nardò serva di lezione a togliersi un po di “spocchia” da primato, che forse in Puglia è venuta fuori.