Il turno infrasettimanale non ha certamente portato buone notizie alla Sebastiani. Le dirette concorrenti hanno tutte vinto( tolta Forlì che nello scontro diretto è caduta in trasferta ad Udine), ed in un amen Rieti si è ritrovata al settimo posto. Ok la classifica è cortissima, soprattutto in vetta, ma le due sconfitte di fila tendono a pesare. 

Nessun dramma, ma lo 0 a 2 nelle ultime due gare innesca qualche riflessione. Contro Verona una gara combattuta, equilibrata, tosta, come da consuetudine in casa Sebastiani. Stavolta però il finale punto a punto non ha premiato, come invece successo contro Brindisi e Fortitudo, perché a differenza di Calzavara e Menalo, Pullen il canestro decisivo lo ha mandato a bersaglio. Ci sta quando arrivi sempre sul filo in queste partite di perderne qualcuna. Mercoledì è successo, fa parte del gioco e del normale decorso di una stagione. Quello che preoccupa è la difficoltà immensa, soprattutto a livello offensivo, quando si trova una batteria di esterni estremamente fisici ed oversize. Pochi vantaggi, tanta difficoltà a battere l’uomo e costruire tiri puliti, anche perché diciamoci la verità, questa squadra, per come è stata costruita, non ha una dimensione spalle. Se andate a riprendere gli articoli scritti tre mesi fa, leggerete esattamente questo aspetto tra i famosi “interrogativi” di inizio stagione. Così è. Spencer è salito, difensivamente, è una presenza costante, ma i suoi sei punti sono frutto di un alley hoop, una schiacciata su roll ed un movimento abbastanza improbabile.

Quando riceve statico, è quasi inoffensivo, non avendo un movimento efficace ed affidabile per creare dal post basso. Questo tende ad essere un problema soprattutto quando gli esterni fanno fatica contro la fisicità avversaria. Cicchetti e Piunti fanno quel che possono, ma non sono primi violini, ottimi cambi che stanno rendendo anche molto bene, ma non si può chiedere di più da questo punto di vista. Monaldi spesso risolve col talento, Johnson lo ha fatto spesso, ma ormai sono tre gare che incide meno del dovuto. Ci sta anche questo: sorprende ovvio, ma perché l’ex Rimini aveva abituato benissimo tutti… ma anche lui è “umano”; in fondo quando sei il pericolo pubblico numero uno, ci sta che ti riservino un trattamento “particolare” le difese avversarie. Necessario che esca dal momento di carestia offensiva in fretta, e torni a fare il protagonista che è e deve fare. Per il resto la solita Sebastiani: partenza brutta, poi il recupero grazie alla difesa, aggiustata in corsa quando i piccoli spalle di Verona stavano creando notevoli grattacapi. La squadra è solida, ogni tanto si prende un break di troppo, ma è e resta compatta. Si riparte da quì in vista della trasferta di Cremona, temibile, ma alla portata. Necessaria una reazione veloce per uscire dal mini momento negativo in cui la squadra è sprofondata. 

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